Rifiuti: cresce l’emergenza in Italia
Lo smaltimento dei rifiuti, in particolar modo della carta, sta diventando un vero problema; un’emergenza da affrontare con assoluta priorità. La situazione in cui versa la Toscana è un chiaro esempio di come, con il passare dei mesi, il problema continui ad aggravarsi. Secondo Tiziano Pieretti - presidente della sezione carta e cartotecnica di Confindustria Toscana Nord - “Le imprese hanno i piazzali pieni di scarto e rischiano di dover fermare le produzioni, bloccando così il recupero della raccolta differenziata. L’emergenza riguarda, infatti, purtroppo anche i rifiuti differenziati. Servono impianti per la trasformazione e lo smaltimento definitivo dei rifiuti generati dalle operazioni di recupero”.
Al momento, infatti, le imprese toscane sono costrette a portare i rifiuti fuori dalla propria regione o, addirittura, in impianti esteri, con un conseguente aumento di costi e tempi legati allo smaltimento. “Trasportare lontano i rifiuti contraddice il principio di prossimità promosso dall'Unione Europea: la chiusura del ciclo dei rifiuti dovrebbe avvenire limitando gli spostamenti, per diminuire l'impatto ambientale ed economico e consentire un miglior controllo” afferma Pieretti.
Le criticità della Regione Lombardia
Particolarmente complicata anche la situazione in cui versa la Lombardia. Negli inceneritori regionali non c’è più posto per i rifiuti delle imprese né per gli scarti delle raccolte differenziate delle famiglie. La conseguenza? I rifiuti devono necessariamente essere trasportati in discariche di regioni vicine (principalmente Liguria, Veneto e Piemonte) oppure all’estero. Il trasferimento è tra le cause principali dell’aumento dei costi del recupero rifiuti a cui le imprese sono soggette in questo momento storico.
Come riporta Il Fatto Quotidiano in un’interessante approfondimento: “Nel 2016 in Italia hanno viaggiato da una regione all’altra almeno 42 milioni di tonnellate di rifiuti. […] La Lombardia, non solo è la regione dove si produce più spazzatura urbana (quasi 5 milioni), ma anche quella che accoglie più rifiuti da fuori, 11,8 milioni di tonnellate, di cui quasi 3 dall’estero. Secondo le elaborazioni del deputato del M5s Alberto Zolezzi, la Lombardia prende rifiuti direttamente da Piemonte, Valle d’Aosta, Toscana, Liguria, Emilia Romagna, Veneto, Trentino Alto-Adige, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Campania, Abruzzo e Sicilia, a cui si aggiunge la monnezza che arriva da altrove, ma che fa tappa prima in una di queste regioni”.
Le conseguenze del blocco cinese dell’importazione di carta riciclata di bassa qualità
L’emergenza rifiuti non riguarda però solo Toscana e Lombardia, ma è l’Italia intera a dover gestire una situazione davvero complicata.
In seguito al blocco dell’importazione di carta riciclata di bassa qualità da parte della Cina, le ripercussioni sul sistema di smistamento nel nostro Paese sono andate via via intensificandosi.
Prima del blocco cinese, infatti, esportavamo un terzo della nostra carta da macero e la importavamo nuovamente sotto forma di cartone per imballaggi e carta grafica.
Come reso noto da Il Fatto Quotidiano: “Tradotto in numeri: nel 2016 abbiamo esportato 1,9 milioni di tonnellate delle 6,5 totali di carta e cartone raccolti e il 54% è andato in Cina. L’Italia, ad oggi, non è in grado di trasformare tali quantità. Di questa enorme mole, oltre la metà era destinata a Pechino. Le conseguenze? La scorsa primavera si è registrato un crollo delle quotazioni della carta da macero, con un prezzo che si è ridotto di circa il 70% rispetto a luglio 2017. I materiali si stanno continuando ad accumulare presso gli impianti di recupero, ormai vicini alle capacità di stoccaggio massime”.
Una soluzione? Come riportato in un nostro precedente approfondimento, ciò che si può fare è puntare sulla carta di buona qualità; o meglio, trasformare il materiale riciclato in carta di buona qualità.
Il Rapporto Ecomafia di Legambiente
Purtroppo, però, l’emergenza rifiuti rientra in un discorso molto più ampio e non interessa solamente lo smaltimento della carta.
Lunedì 9 luglio, infatti, è stato presentato l’annuale Rapporto Ecomafia di Legambiente. Dal dossier emergono alcuni dati parecchio allarmanti:
- Nel 2017, le ordinanze di custodia per crimini contro l'ambiente sono aumentate del 139,5% rispetto all'anno precedente;
- Aumentano le tonnellate di rifiuti sequestrate dalle forze dell’ordine nell’ultimo anno e mezzo (4,5 milioni di tonnellate dal 1 gennaio 2017 al 31 maggio 2018) nell’ambito di 54 inchieste;
- Aumentano gli incendi negli impianti di gestione e trattamento rifiuti in tutta Italia.
Riciclo dei materiali: scarseggiano gli impianti
In questo preoccupante quadro tracciato da Legambiente, non dobbiamo dimenticare di inserire anche la carenza di impianti per la gestione del riciclo dei materiali. Dall’inizio del 2018, infatti, il problema della gestione dei rifiuti speciali (prodotti dalle aziende) è cresciuto mese dopo mese. I motivi? Da un lato c’è la riduzione degli impianti di destinazione e l’aumento di rifiuti causato dalla ripresa economica, dall’altro la Cina e i paesi esteri che hanno fermato le importazioni.