Riscaldamento globale: il rapporto sul clima pubblicato dall’IPCC
A seguito di un meeting sul clima svoltosi in Sud Corea, è stato recentemente pubblicato il Global warming of 1,5 °C, ossia il Rapporto Speciale dell’IPCC (il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico), il quale evidenzia che ci stiamo dirigendo verso un innalzamento preoccupante del clima e che arriveremo alla soglia di +1,5 °C attorno al 2030.
Il dato è certamente allarmante, nonostante sembra essere scongiurato il rischio di toccare quota +2 °C; soglia massima oltre la quale, le conseguenze per l’ambiente e per intere popolazioni sarebbero davvero disastrose.
Cosa comporterebbe l’innalzamento della temperatura terrestre di 2 °C?
Come riportato in un interessante articolo pubblicato sul sito di Focus, “A +1,5 °C la popolazione mondiale esposta a innalzamento dei mari sarebbe inferiore del 50% rispetto al peggiore dei due scenari. Se si arrivasse a +2 °C, il livello del mare salirebbe di 10 cm entro il 2100, ma rimanendo a +1,5 °C ci sarebbero 10 milioni in meno di persone a dover fronteggiare questa minaccia nelle aree insulari e costiere.
La scarsità di cibo riguarderebbe milioni di persone in meno: gli insetti, vitali per l'impollinazione, sarebbero due volte più minacciati, con mezzo grado di riscaldamento globale in più. L'acidità dei mari aumenterebbe, decretando la perdita di 3 milioni di tonnellate di pesce con un innalzamento di +2 °C, un collasso due volte peggiore di quello prospettato a +1,5 °C.
A +2 °C i giorni estremamente caldi come quelli sperimentati quest'estate nell'emisfero nord aumenterebbero, così come gli incendi; le coltivazioni di riso, mais e grano sarebbero più difficili e meno nutrienti”.
Già in occasione degli accordi di Parigi, è stata sottolineata l’importanza di limitare l'aumento della temperatura media globale del pianeta in modo da non superare i 2 gradi centigradi rispetto ai livelli preindustriali.
Il ruolo dei rifiuti
Come riportato da internazionale.it “Il problema dei rifiuti a livello globale forse non è una sfida terrificante come quella del riscaldamento climatico, ma potrebbe essere più semplice da risolvere. Questo perché le azioni locali di raccolta e riciclo dei rifiuti hanno effetto immediato sul territorio e possono quindi innescare un circolo virtuoso del cambiamento.
La gente prende più facilmente l’iniziativa se può vedere quasi subito i risultati di un cambiamento delle abitudini. A maggior ragione se si considera che diminuire la produzione di rifiuti comporta non uno, ma due benefici. Non solo risolve un grande problema (i rifiuti solidi) ma, diversamente dalla lotta allo smog, crea un beneficio tangibile sotto forma dei materiali riciclati che possono essere nuovamente usati”.