
Terre e rocce contaminate: come vengono gestite e trattate
La gestione e lo smaltimento delle terre contaminate rappresentano una delle sfide più complesse nell’ambito dei rifiuti edili. Durante le attività di scavo e costruzione, le terre e rocce provenienti dai cantieri possono contenere sostanze inquinanti che richiedono un trattamento specifico prima dello smaltimento o del riutilizzo.
Per garantire una corretta gestione, le normative ambientali prevedono procedure rigorose per classificare, trattare e conferire questi materiali nelle discariche autorizzate o negli impianti di bonifica. In questo articolo analizzeremo il ciclo di gestione delle terre e rocce contaminate, dalla loro identificazione fino allo smaltimento finale, approfondendo gli obblighi normativi e le soluzioni disponibili per la tutela dell’ambiente.
Classificazione delle terre e rocce da scavo
Prima di procedere allo smaltimento delle terre contaminate, è fondamentale classificarle secondo la normativa vigente. La classificazione avviene in base alla concentrazione di sostanze inquinanti presenti e alla loro pericolosità.
1. Terre e rocce non contaminate
Se le analisi chimiche dimostrano che il materiale non supera le soglie di contaminazione stabilite dalla normativa, le terre possono essere riutilizzate direttamente in altri cantieri o nel sito stesso, senza particolari trattamenti.
2. Terre e rocce contaminate non pericolose
Se le terre contengono sostanze inquinanti, ma in concentrazioni tali da non essere classificate come pericolose, è possibile avviare processi di bonifica o smaltimento controllato.
3. Terre e rocce contaminate pericolose
Quando il livello di contaminazione supera i limiti stabiliti, le terre sono considerate rifiuti speciali pericolosi e devono essere smaltite in impianti specifici per il trattamento o in discariche autorizzate per rifiuti pericolosi.
Normativa sulla gestione delle terre e rocce contaminate
La gestione delle terre da scavo è regolata da diverse normative ambientali, tra cui:
- D.Lgs. 152/2006 (Testo Unico Ambientale) che disciplina la gestione dei rifiuti e le bonifiche ambientali;
- D.M. 10 agosto 2012, n. 161, che stabilisce i criteri per il riutilizzo delle terre e rocce da scavo;
- Regolamento UE n. 1357/2014, che classifica i rifiuti in base alla loro pericolosità.
Processi di trattamento e bonifica
Una volta classificate, le terre e rocce contaminate devono essere sottoposte a specifici trattamenti per ridurre o eliminare la presenza di agenti inquinanti.
1. Trattamento biologico
Utilizzato principalmente per contaminanti organici come idrocarburi e solventi, prevede l’uso di microrganismi per degradare le sostanze nocive.
2. Trattamento chimico-fisico
Implica l’utilizzo di reagenti chimici per immobilizzare o neutralizzare gli inquinanti. Tra le tecniche più diffuse troviamo la stabilizzazione/solidificazione e l’ossidazione chimica.
3. Lavaggio del suolo (soil washing)
Consiste nel separare la frazione contaminata mediante acqua e agenti chimici, riducendo il volume dei rifiuti da smaltire.
4. Incapsulamento e smaltimento in discarica
Se il trattamento in situ non è praticabile, il materiale viene conferito in discariche autorizzate, dove è incapsulato per evitare la dispersione degli inquinanti nell’ambiente.
La bonifica in situ e ex situ
Esistono due principali approcci per la bonifica delle terre contaminate:
- Bonifica in situ: consiste nel trattamento diretto dei suoli contaminati senza la loro rimozione dal sito. Tra le tecniche più utilizzate troviamo il bioremediation (uso di batteri per la degradazione degli inquinanti), il soil vapor extraction (estrazione dei contaminanti volatili) e la solidificazione/stabilizzazione.
- Bonifica ex situ: prevede la rimozione delle terre contaminate e il loro trattamento in un impianto dedicato. È una soluzione più costosa ma efficace per i siti fortemente inquinati.
Smaltimento e riutilizzo
Dopo il trattamento, le terre possono essere riutilizzate o smaltite secondo le seguenti modalità:
- Riutilizzo in edilizia: Se bonificate, le terre possono essere impiegate per la realizzazione di sottofondi stradali o riempimenti.
- Conferimento in impianti di recupero: In alcuni casi, le terre trattate possono essere trasformate in materiali riutilizzabili, come aggregati per l’edilizia.
- Smaltimento in discarica: Se le terre risultano ancora contaminate dopo il trattamento, devono essere smaltite in apposite discariche per rifiuti speciali.
Costi e responsabilità dello smaltimento delle terre contaminate
Il costo dello smaltimento dipende da diversi fattori, tra cui:
- Tipologia di contaminazione: terre con livelli elevati di inquinanti richiedono trattamenti più complessi e costosi.
- Quantità di materiale da trattare: i costi aumentano proporzionalmente alla quantità di terre contaminate da gestire.
- Destinazione finale: il conferimento in discariche per rifiuti speciali ha costi più elevati rispetto al riutilizzo dopo bonifica.
Le responsabilità della gestione spettano al produttore del rifiuto, ovvero l’impresa che genera le terre da scavo. È fondamentale affidarsi a operatori specializzati per garantire la conformità alle normative e ridurre i rischi ambientali.
La gestione delle terre contaminate richiede un approccio responsabile e conforme alle normative ambientali per garantire la sicurezza del suolo e delle falde acquifere. Un’adeguata pianificazione e il coinvolgimento di professionisti qualificati permettono di minimizzare l’impatto ambientale e di valorizzare le risorse attraverso processi di recupero e bonifica.
Il rispetto delle normative e l’adozione di tecnologie innovative sono fondamentali per garantire una gestione efficace e sostenibile.
Per approfondire il tema e conoscere i servizi disponibili per il trattamento e lo smaltimento delle terre e rocce da scavo, visita la sezione dedicata sul nostro sito.
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