Economia circolare: i dati non sono incoraggianti
Che cos’è l’economia circolare
Con il termine economia circolare, ci si riferisce a un’economia in grado di rigenerarsi da sola per ridurre gli sprechi. Il concetto base, per l’appunto, è quello di auto-rigenerazione: i materiali di origine biologica sono destinati a rientrare nella biosfera alla fine del proprio ciclo vitale, mentre quelli di origine tecnica sono progettati in modo tale da circolare all’interno di un flusso che prevede la minima perdita di qualità, il tutto impiegando energie rinnovabili, eliminando sostanze tossiche e prevenendo la produzione di rifiuti e scarti.
Le fasi del ciclo produttivo
Se si adotta questa concezione, è importante prestare attenzione a ogni singola fase della produzione e a tutto ciò che viene coinvolto nel ciclo produttivo:
- I materiali impiegati devono essere scelti in base al fatto che si possano poi smaltire;
- È importante utilizzare prodotti versatili, che si adattino ad ogni tipo di condizione esterna;
- Affidarsi a energie prodotte da fonti rinnovabili;
- Preferire la sostituzione di materie prime vergini con materie prime provenienti da filiere di recupero che ne conservano la qualità.
Economia circolare mondiale: lo stato dell’opera
Teoria alla mano, i presupposti ci sono tutti ma nella pratica questo sistema viene davvero applicato? Secondo il rapporto Circularity Gap Report (reso noto lo scorso 22 gennaio), l’economia circolare mondiale resta applicata solo sulla carta perché, nella realtà, cresce l’estrazione delle risorse e aumentano le emissioni di gas serra. Le tonnellate di materie prime (minerali, metalli, combustibili fossili) estratte ogni anno sono 92,8 miliardi, ma di queste solo il 9% viene riutilizzato, correndo quindi un alto rischio per l’ambiente a causa delle emissioni globali di gas serra.
I dati del gruppo di esperti delle Nazioni Unite, l’International Resource Panel, rivelano che l’uso delle materie prime è triplicato dal 1970 ed è in aumento, tanto che nel 2050 potrebbe persino raddoppiare.
Parla il CEO di Circle Economy
Harald Friedl, il CEO di Circle Ecocomy ha dichiarato: “Riciclare, migliorare l’efficienza delle risorse e i modelli di business circolari offre enormi opportunità per ridurre le emissioni: un approccio sistemico all’applicazione di queste strategie farebbe pendere l’equilibrio a nostro favore nella battaglia contro il riscaldamento globale”.
Secondo Friedl è necessario intervenire urgentemente per promuovere il riutilizzo soprattutto in un settore: le costruzioni delle economie in via di sviluppo. Infatti, di 42,4 miliardi di tonnellate di materiali che entrano nell’economia, quasi la metà è destinata alla costruzione e alla manutenzione degli edifici e infrastrutture.
Scegli un modello di vita sostenibile!
Con piccoli accorgimenti, ognuno di noi può contribuire attivamente all’attuazione di pratiche utili all’economia circolare. Il bene del nostro pianeta dipende da tutti noi; dobbiamo solo fare scelte migliori.
L’economia circolare, infatti, si mette in pratica anche attraverso i comportamenti dei singoli cittadini e delle aziende che adottano politiche sostenibili. Fare economia circolare conviene alle imprese perché significa consumare meno materie prime, avere processi produttivi più performanti e produrre meno rifiuti che, da costo possono trasformarsi in risorsa.
In tema di risparmio energetico è importantissimo limitare gli sprechi domestici e quindi risparmiare sui consumi casalinghi; questo è possibile grazie ai nuovi impianti domotici che permettono, attraverso la sola connessione internet, di controllare tutti gli impianti domestici tramite app. Inoltre basterà avere un operatore sul proprio smartphone con una buona offerta internet (anche business) per controllare il tutto anche da remoto