Classificazione rifiuti: una semplice guida
Contenuti dell'articolo
- Classificazione dei Rifiuti: Definizione e Normative
- Non solo Rifiuti Urbani o Speciali ma anche grado di pericolosità
- Identificare un rifiuto: il Catalogo Europeo dei Rifiuti (CER)
- Quali sono le differenze tra rifiuti pericolosi e non pericolosi? Classifica delle caratteristiche di pericolo
- Classificazione rifiuti urbani o speciali? Differenze
- Aggiornamento Normativa Rifiuti Urbani che include e assimila i rifiuti speciali non pericolosi
- Quali sono i Rifiuti Speciali? La Classifica
- Normative Rifiuti Speciali cosa prevedere e come classifica le tipologie di rifiuti
- I Nostri Servizi di Trasporto e Smaltimento Rifiuti per Categoria
Classificazione dei Rifiuti: Definizione e Normative
Per le aziende o i privati cittadini che si trovano a dover smaltire rifiuti, è bene sapere che la normativa italiana prevede una precisa classificazione dei rifiuti, a partire dalla seguente definizione generale:
«”rifiuto”: qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l’intenzione o abbia l’obbligo di disfarsi».
(Art. 183, comma 1, lett. a), D.Lgs. 152/2006)
Così come stabilito dall’art. 184, comma 5, del D.Lgs. 152/2006, «La corretta attribuzione dei Codici dei rifiuti e delle caratteristiche di pericolo dei rifiuti è effettuata dal produttore […]», prima che il rifiuto sia allontanato dal luogo di produzione.
L’art. 183, comma 1, lettera f) del D. Lgs. 152/2006 definisce così il “produttore di rifiuti”: «[…] il soggetto la cui attività produce rifiuti e il soggetto al quale sia giuridicamente riferibile detta produzione (produttore iniziale) o chiunque effettui operazioni di pretrattamento, di miscelazione o altre operazioni che hanno modificato la natura o la composizione di detti rifiuti (nuovo produttore)».
Il produttore può ricorrere all’ausilio di laboratori accreditati per la caratterizzazione del rifiuto.
La corretta classificazione dei rifiuti è di fondamentale importanza in quanto costituisce premessa necessaria alla loro corretta gestione.
Non solo Rifiuti Urbani o Speciali ma anche grado di pericolosità
I rifiuti, secondo quanto disposto dall’art. 184, comma 1, del D.Lgs. 152/2006, devono essere classificati secondo l’origine in:
- rifiuti urbani
- rifiuti speciali
e, secondo le caratteristiche di pericolosità, in:
- rifiuti pericolosi
- rifiuti non pericolosi.
La classificazione rifiuti viene poi completata attribuendo al rifiuto il codice più idoneo del Catalogo Europeo dei Rifiuti (CER), recentemente denominato Elenco Europeo dei Rifiuti (EER), in base alle attività e ai processi che hanno generato il rifiuto ed in base alle sue caratteristiche di pericolo.
Identificare un rifiuto: il Catalogo Europeo dei Rifiuti (CER)
Il produttore del rifiuto deve individuare il codice CER/EER che meglio descrive la provenienza e le caratteristiche chimico-fisiche del rifiuto. Tale codice è una stringa numerica di sei cifre nella quale:
- le prime due cifre si riferiscono alla categoria industriale e/o generatrice del rifiuto (I livello)
- la terza e la quarta cifra alla sub categoria industriale relativa al singolo processo produttivo o alla singola sub-attività generatrice del rifiuto (II livello)
- le ultime due cifre individuano la specifica tipologia di rifiuto generato (III livello).
Il rifiuto è classificato come pericoloso “assoluto” se il codice CER/EER che meglio lo identifica è contrassegnato da un asterisco (“voci pericolose assolute”).
Se un rifiuto è classificato con codici CER/EER speculari, cioè con uno pericoloso ed uno non pericoloso (“voci a specchio”), per stabilire se il rifiuto è pericoloso o non pericoloso è necessario determinare le caratteristiche di pericolo che esso possiede. Bisogna, cioè, svolgere delle opportune indagini per stabilire se le sostanze pericolose sono presenti in concentrazioni superiori ai limiti specificati nelle norme relative alla classificazione, all’imballaggio e all’etichettatura delle sostanze e dei preparati pericolosi.
Quali sono le differenze tra rifiuti pericolosi e non pericolosi? Classifica delle caratteristiche di pericolo
I rifiuti pericolosi sono rifiuti costituiti o contaminati da sostanze pericolose e presentano, una o più delle seguenti caratteristiche di pericolo :
- Esplosivo
- Comburente
- Infiammabile
- Irritante ovvero per Irritazione cutanea e lesioni oculari
- Tossicità specifica per organi bersaglio ( detto anche STOT)
- Tossicità in caso di aspirazione
- Tossicità acuta
- Cancerogeno
- Corrosivo
- Infettivo
- Tossico per la riproduzione
- Mutageno
- Liberazione di gas a tossicità acuta
- Sensibilizzante
- Ecotossico
- Rifiuto che non possiede direttamente una delle caratteristiche di pericolo summenzionate ma può manifestarla successivamente
Sono esempi di rifiuti pericolosi i rifiuti contenenti amianto, i medicinali scaduti, le pile esaurite, le lane minerali contenenti sostanze pericolose, nonché le polveri e le morchie, quando confermato da specifiche analisi di laboratorio.
Per determinare le proprietà di pericolo di un ciascun rifiuto bisogna procedere alla sua corretta classificazione e gestione. Tutti i rifiuti pericolosi, urbani o speciali, vanno ben distinti da quelli non pericolosi e devono essere avviati in flussi separati al trattamento specifico.
Classificazione rifiuti urbani o speciali? Differenze
Sono rifiuti urbani:
- i rifiuti domestici
- i rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade, della manutenzione del verde pubblico e dalle aree cimiteriali
- alcuni rifiuti da utenze non domestiche.
In merito a quest’ultimo punto, secondo le disposizioni attualmente in vigore, alcuni rifiuti da utenze non domestiche possono essere “assimilati” ai rifiuti urbani per qualità e quantità.
Ciò significa che il Comune può definire quali tipologie di scarti, tra quelli non pericolosi con composizione analoga a quella dei rifiuti domestici, accettare di ritirare dalle imprese nell’ambito del normale servizio di raccolta.
Aggiornamento Normativa Rifiuti Urbani che include e assimila i rifiuti speciali non pericolosi
A partire dal 1° gennaio 2021, tuttavia, a seguito dell’entrata in vigore del recente D.Lgs. 116/2020, scomparirà l’assimilazione comunale, per qualità e quantità, dei rifiuti speciali non pericolosi ai rifiuti urbani. Tale decreto, infatti, ha modificato il D.Lgs. 152/2006, eliminando i riferimenti alla definizione di “rifiuti speciali assimilati” e all’assimilazione comunale.
Sempre a partire dal 1° gennaio 2021, inoltre, ulteriori tipologie di rifiuti verranno incluse nella definizione di rifiuto urbano. In particolare, diventeranno rifiuti urbani i rifiuti speciali simili per natura e composizione ai rifiuti domestici individuati nell’allegato L-quater e prodotti dalle attività riportate nell’allegato L-quinquies al D.Lgs. 152/2006, così come modificato dal D.Lgs. 116/2020.
Quali sono i Rifiuti Speciali ? La Classifica
Quali sono i Rifiuti Speciali, i rifiuti speciali più comuni si dividono in 12 macro categorie e sono :
- Rifiuti Industriali
- Rottami Metallici
- Olio Esausto
- Emulsioni Oleose
- Gomma Vulcanizzata
- Rifiuti RAEE ovvero Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche
- Lane Minerali
- Plastiche divise tra Resine Termoplastiche e Resine Termoindurenti
- Fanghi Liquidi e Solidi
- Guaine Bituminose
- Terre e Rocce Contaminate
- Rifiuti Edili
Normative Rifiuti Speciali cosa prevedere e come classifica le tipologie di rifuti
A seguito delle modifiche introdotte dal D.Lgs. 116/2020 nel D.Lgs. 152/2006 pdf , sono da considerare e classificabili rifiuti speciali anche:
- i rifiuti derivati da attività agricole, agro-industriali, dalla silvicoltura e dalla pesca
- i rifiuti da attività di costruzione, demolizione e scavo
- i rifiuti da lavorazioni industriali ed artigianali (se diversi dagli urbani*)
- i rifiuti da attività commerciali e di servizio (se diversi dagli urbani*)
- i rifiuti derivanti dall’attività di recupero e smaltimento di rifiuti (se diversi dagli urbani*)
- i fanghi prodotti dalla potabilizzazione e da altri trattamenti delle acque, dalla depurazione delle acque reflue, da abbattimento di fumi, dalle fosse settiche e dalle reti fognarie
- i rifiuti derivanti da attività sanitarie (se diversi dagli urbani*)
- i veicoli fuori uso.
* Per quanto riguarda la gestione dei rifiuti urbani da parte di utenze non domestiche, tali utenze possono conferire al di fuori del servizio pubblico i propri rifiuti urbani per avviarli al recupero. In questo caso, è prevista l’esclusione dalla corresponsione della componente tariffaria al Comune in rapporto alla quantità dei rifiuti conferiti.
È importante sottolineare che i rifiuti speciali assimilati agli urbani NON devono essere confusi con i rifiuti assimilabili agli urbani. Infatti, si definiscono rifiuti assimilabili, o rifiuti misti assimilabili agli urbani, i rifiuti speciali che hanno caratteristiche e composizione merceologica tali da consentirne il recupero o lo smaltimento in impianti progettati per il trattamento di rifiuti urbani.
I Nostri Servizio di Trasporto e Smaltimento Rifiuti per Categoria
Se avete ancora dubbi in merito a come classificare i vostri rifiuti, potete consultare il sito web di Valli Gestioni Ambientali, oppure usufruire del nostro servizio di consulenza.
Valli Gestioni Ambientali fornisce i propri servizi di trasporto, recupero e smaltimento rifiuti, recupero e smaltimento imballaggi misti, recupero e smaltimento rifiuti assimilabili in un’ampia area dell’Italia Settentrionale prevalentemente. Ci potete trovare nel web alle voci seguenti:
- trasporto, recupero e smaltimento rifiuti Bergamo
- trasporto, recupero e smaltimento rifiuti Brescia
- trasporto, recupero e smaltimento rifiuti Como
- trasporto, recupero e smaltimento rifiuti Milano
- trasporto, recupero e smaltimento rifiuti Monza e Brianza,
ma operiamo anche nelle regioni del Centro e del Sud Italia. Contattateci per avere informazioni ed eventualmente usufruire dei nostri servizi di trasporto rifiuti, recupero e smaltimento.